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MESSIAH COMPLEX NEW CD OUT NOW!

ENDLESS?

ENDLESS? uscito nel 2003, è stata la prima prova dei TEMPLE OF VENUS sulla lunga distanza. A distanza di anni, il sound delle sue 14 tracce è ancora fresco e piacevole. In calce alla pagina alcune recensioni

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ENDLESS? out in 2003, has been first full-length release cd from TEMPLE OF VENUS. Despite the years passed, its 14 tracks still sound fresh and enjoyable. Above this page some reviews.

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Una giornata di pioggia, una stanza, una luce fioca, un suono. Mi alzo dalla mia poltrona apro la porta e il postino di turno mi consegna un pacco, lo apro freneticamente e mi ritrovo fra le mani un CD………… Endless? dei Temple of Venus.Una corsa verso il computer, inserisco il disco nel lettore e finalmente………la musica. Subito una sensazione piacevole e poi pensieri, ricordi, rabbia, malinconia e lacrime. Quel CD mi stava trasmettendo delle emozioni ed era tanto (ma tanto tanto) che non mi succedeva più! Quella musica associata al tempo, al mio stato d’animo, al mio gusto musicale mi riportava indietro di qualche decennio quando, nascosto nelle scale di casa, ascoltavo dal mio fido walkman la musica di Joy Division, Cure, Siouxsie & the Banshees e mi interrogavo sulla mia esistenza, sul mio futuro, sul mio ruolo nella società e, non trovando risposte, continuavo a rifugiarmi in quei suoni, in quelle canzoni che, se pur maledettamente tristi e cupe, mi facevano sperare e andare avanti.Non ho mai smesso di amare la musica punk, dark o new wave e questa band sa miscelarne sapientemente le essenze fino a ricavare un cocktail forte e melodrammatico da meravigliare egregiamente gli amanti dei generi musicali citati.

Ascoltare i Temple of Venus è come ricevere tutte assieme le sensazioni e le emozioni che in passato ci hanno dato grandi gruppi quali Joy Division e Cure in primis, ma anche The Smiths, Suede e Morrissey con una spigliatezza musicale, lirica e vocale che non discende da nessuno ed è esclusiva della band. Ebbene sì, sono stato bene durante l'ascolto di Endless? ed ero piacevolmente meravigliato dall'apprendere che c'è ancora qualcuno che fa musica col cuore e con l'anima e che sa regalare emozioni. Intanto fuori aveva smesso di piovere........

Due parole sui brani: Abstinence: Stupenda song ritmata e malinconica che apre il CD dei T.O.V. In risalto la voce di Piero Lonardo impegnata in appropriati acuti che infondono al brano una drammatica teatralità (brividi nel grido "I will never catch my breath again"). Wastelands: Tese e dure le atmosfere della track two. Imponente e maestoso il lavoro chitarristico di Alex Duluoz supportato da una rigida base ritmica (Alfredo Ottavi) che ben si sposa al canto spavaldo e sicuro del vocalist, sempre più leader del gruppo. Silent: Ipnotiche, le arie da preghiera di Silent stupiscono anche per la bellezza delle liriche che aumentano l'intensità e lo spessore del brano. Before: Una strizzatina d'occhio al punk e alle hit single di Cure e Smiths. Pezzo ideale per lasciarsi andare ad un "Pogo" scatenato; ottime le tastiere. Piero Lonardo fra Suede e Morrissey. Settle me: Nell'aria aleggiano lo spirito e i chitarrismi stile brani pop/wave degli anni ottanta (vedi "Lonely in your nightmare" dei Duran Duran o "In between days" dei Cure). Un finale in crescendo garantisce emozioni. The knowledge: Dall'ascolto di questo brano traspare senza veli l'importanza che "Cold" dei Cure ha sicuramente avuto per la band. Stupenda ed epica l'interpretazione corale che fa pulsare a mille anche i battiti dell'ascoltatore più tranquillo. That trap of yours: Calde e malinconiche le atmosfere e i suoni della track. Così ben proposti li avevo sentiti solo dalla voce di Siouxsie Sioux nella seconda e terza canzone di Tinderbox. After: Le bellissime liriche di After vengono accarezzate dalla sussurrante e ispirata voce di Lonardo. Ascoltandola ho rivissuto emozioni che avevano saputo darmi solo brani tipo "Scar" e "Seeing out the angel" dei Simple Minds (Real to real cacophony - Sons and fascination) ma il brano ha una sua identità che non teme parallelismi e si candida come prossimo motivo da urlare con l'animo. In my arms: Stupisce l'interpretazione fra parlato/recitato di Piero e l'incredibile assonanza con le tonalità alte che mi riportano a Robert Smith. Belle le liriche, le escursioni degli accordi da minore a maggiore nell'inciso e i backing vocals di Alex. Sister maniac: Morbidezza e dolcezza nella strofa e durezza nell'inciso fanno di Sister maniac un brano epico e stilisticamente perfetto. Nobody's pawn: Vorresti non finisse mai questo brano che ti entra nell'intimo e ti solleva l'animo. Could I lie?: Lodevoli gli arrangiamenti chitarristici e i drumming che pervade Could I lie, altra possibile hit del CD. All around: Il ritmo batte lento, la voce morbida e calda accompagna questa marcia dark soleggiata solo da fraseggi di chitarra che schiariscono tutto ciò che di nero avrebbe voluto gridare l'anima del compositore. Passion me: Una canzone malinconica da ascoltare seduto in riva al mare a guardare l'infinito. Quell'infinito interrogativo, come il titolo di questo album, che ci aspetta inesorabile e che un giorno forse potremo condividere con chi ci ama e ci ha amato.

Intanto Passion me conclude il tutto con un velo di rabbia che fa già da preludio a quel che sarà il futuro dei Temple of Venus. Michele Perrella - www.THEHOLYHOUR.IT

Rock-n-roll with a sound of influence from 80's bands like Echo & The Bunnymen and Killing Joke; raw guitar riffs and melancholic vocals. Reminiscient of the college rock scene that R.E.M. and The Church came out of but with all the original hard-edge and punk undertones, evidently these influences have made their way to Italy where Temple of Venus hails from. ToV also has experimental interludes such that one usually only finds in indie rock, "Silent" is a good example of this, experiemental ambient noise backing slow guitar strums and solitary vocals, almost reminds me of Love & Rockets. "Settle Me" gets a bit Joy Division on us and "The Knowledge" almost turns gothic sounding. Sometimes the Italian accent sliding through on the English vocals sounds a bit odd but musically this band has great potential. While being mostly guitar driven there are some keyboards features subtly on the overall project and with some professional guidance and studio time this band could likely produce a very nice album. Being self-released and not electronic oriented I'd say they've done a very nice job. Along with this one I also received a preview of their upcoming fourth release which shows even further improvement. with enough exposure they could possibly gain a similar following as The Bunnymen or Jesus & the Mary Chain for example as this is mostly where they fit in genre-wise, something I've not heard much of in recent years and it's a nice change. (3 stars out of 5) www.CHAINDLK.ORG

I Temple of Venus esistono da svariati anni, ma hanno in cantiere solo tre produzioni (compresa quest'ultima). Tre dischi che rappresentano un percorso sempre più maturo e circostanziato. Un percorso fatto di musica dark e penombre. Un percorso che attinge dai mai dimenticati Joy Division, ma anche dalla loro successiva filiazione, i New Order. I Temple of Venus non sfigurano affatto se paragonati ai nomi che imperversano attualmente nel mondo "gotico", anzi riescono a coinvolgere l'ascoltatore in svariati momenti di "Endless?". Pochi giochi di luce e tanto buio avvolgono i quattordici brani del cd. Inutile segnalare un brano rispetto ad un altro. I Temple of Venus sono da ascoltare.

Lode alla loro perseveranza e coerenza artistica in tutti questi anni di attività. www.MUSICPLUS.NET

Quando da "piccoli" si è cresciuti ascoltando gli scricchiolii di vinili "pesanti" come "Pornography" dei Cure, "Propaganda" dei Sound, "A Kiss In The Dreamhouse" dei Banshees, dopo (quando cominci a fare musica) è impossibile riuscire a omettere quelle note che per intere notti ti hanno rapito dalla realtà. "ENDLESS?", il terzo lavoro dei bolognesi Temple of Venus, non lo vedo come l'ennesima clonazione di qualcosa che "è già stato" e " tutti hanno provato a copiare" ma come un sano lasciarsi trasportare da ciò che, per anni, il cuore ha assimilato attraverso l'alchimia musicale che negli anni che furono riempirono le orecchie di questi ragazzi. Già a cominciare dal pezzo d'apertura del cd, "Abstinence", vorrei vedere chi non ci trova l'influenza chitarristica di "A Kiss in The Dreamhouse": su, avanti, si faccia avanti il primo!!? La spontaneità e la sincerità che emergono dalle tracce di ENDLESS? è, come suggerisce il titolo stesso del cd, "senza fine". Un tuffo dentro agli anni ottanta così sincero come quello offerto dai Temple Of Venus ha dello straordinario. Giuro!! Raramente mi è capitato di confrontarmi con una precisione di rilettura degli anni ottanta così genuina e riuscita. A scatola chiusa sarebbe impossibile immaginare che non si abbia a che fare con una band inglese; il cuore dei Temple Of Venus è a metà strada tra la Manchester dei Joy Division e della Factory e la Liverpool che diede i natali prima a Echo & The Bunnymen e poi agli Stone Roses. Eccellente la sezione ritmica della band che, unitamente alla voce di Piero Lonardo, riesce a contrappuntare in maniera sempre deliziosa le impennate psichedeliche della chitarra... Chissà.... Se i Sound, gli Associates o i Modern English fossero oggi ancora in circolazione (i Modern English pare però di sì!), probabilmente pubblicherebbero un disco come questo ENDLESS?.

Un disco dedicato (e consigliato) a tutti coloro che non hanno MAI dimenticato il lato più viscerale e schietto degli anni ottanta. ASCENSION MAGAZINE

If you are into the Cult, The Cure, or just 80s and 90s rock, Temple Of Venus may be just the ticket you are looking for. Guitar work reminiscent of early U2, and vocals that range from Jim Morrison to Michael Hutchence. The overall style is pure retro electric pop that has been all but lost over the course of time. Based in Bologna, Italy it was a nice surprise to find all songs done in English, and lyrics that are fresh via Peter Gabriel.

The energy is contagious as TOV spread the retro rock message with a modern rock twist. The CD, along with it's retro feel also adds some experimental sounds in the mix. A CD that will bring back some fond memories of that time in music's past, if you weren't old enough to know much music of that timeframe, I recommend you check out Temple Of Venus' 3rd CD offering with some catchy hooks and a definite Brit Rock sound that is bound to please.

A complete CD which pays homage to the genre. A well put together arrangement that takes a bold stance, as some have argued that time in music has drifted into seclusion. Upon first listen, I recognized the sound, after a couple more listens, the CD just grew on me more and more. Musically a great listen, off key vocals that are few but noticeable just the same. The sensible and stripped down recording gives off a strange familiarity where you find yourself in the local pub/bar band and Temple Of Venus on the stage giving their all to entertain. The songs are well crafted, and draw you back often to take another listen.

There are some great tracks, and some not as great, but they all fit together like a musical jig saw puzzle. Some of the tunes that are among the best. "Abstinence" , "Sister Maniac" and "Could I Lie" lead the race. Some other tracks are still good and with some polishing and slicker production Temple Of Venus etch their place in the music industry.

A good standing CD that is sure to grow a larger fan base and better recognition. ( 4 Stars out of 6 ) www.RIKKREVUES.COM

La band bolognese, imperversante da anni sullo scenario gotico italiano, è giunta alla sua terza realizzazione. Il cd merita un plauso almeno per la coerenza con cui il gruppo è rimasto ancorato al sound dei gloriosi anni ’80. Meritano comunque anche di essere apprezzati per il carattere abbastanza personale con cui quello stile viene riproposto nel terzo millennio. Il suono infatti è palpitante e sincero, senza cadere nel semiplagio in cui a volte sembrano incorrere altre bands più o meno note. Poco mi convince però la qualità canora del singer, tanto lontano dai vertici raggiunti da Peter Murphy o Ian Curtis: per carità, non si pretende tanto, ma le interessanti architetture oscure strumentali innalzate dai musicisti probabilmente meritavano interpretazioni più calde e coinvolgenti. Molto bella "Silent" per i toni inquieti evocati dal tessuto sonoro del brano, nondimeno trascinante "Before" nel suo stile “à la” Joy Division. ”In my arms” invece mi riporta alle vibranti emozioni dei Danse Society. Insomma, la grande lezione degli ‘80ies appare non solo assimilata ma pienamente metabolizzata dalla band che la ripresenta secondo canoni abbastanza personali e comunque ben suonati. VER SACRUM.COM

Immaginatevi di esser tornati indietro nel tempo, non siamo più nel 2003, ma siamo nei primi anni 80, alla radio e nelle classifiche di vendita potete leggere nomi come quelli dei primi Cure di Pornography, oppure i Joy Division. La new wave ed il dark sono tra i generi che popolano l’underground musicale e non solo, influenzando lo stile di vita di molti. Un gruppo di ragazzi bolognesi ormai attivo dal lontano ’84 è rimasto con il cuore e con le scelte musicali a quegli anni, sono i Temple of Venus. Il loro primo amore sono i Joy division e lo constatiamo prima che dall’ascolto delle loro melodie, dalla scelta del nome della band stessa: Temple of Venus ovvero sia il primo nome scelto dai Joy prima di rinominarsi come New Order.Ormai questi 4 bolognesi dopo alcuni cambi di line up subiti nel corso del tempo sono giunti al loro terzo lavoro di recentissima pubblicazione “Endless?”. Un prodotto veramente buono per il genere in cui si colloca, parliamo di new wave, con un particolar amore dei quattro per la psichedelica, buoni arrangiamenti, ottima cura per la melodia e per il testo, ciò non vuol dire che manchi di naturalezza o originalità, tutt’altro i brani scorrono veloci nel lettore, ritmi cadenzati, atmosfere oscure, malinconiche, a volte sofferenti, con una particolare sottolineatura per l’alienazione sociale della realtà contemporanea, con una piega vintage che non stanca mai. Ottimi brani come dicevo, suonati altrettanto bene, indice di un buona tecnica dei Temple of Venus, una voce intrigante ben modulata quella del bassista cantante Piero Lonardo con un forte potere emozionale.

Spesso ci si abbandona al suono esaltando il significante rispetto al significato intrinseco delle parole, si sogna intrappolati in un incubo tanto oscuro quanto piacevole. Esperienza e affiatamento ormai consolidato nel tempo sembrano emergere da questo disco. Se in alcuni punti i Temple of Venus introducessero nei loro futuri lavori qualche elemento di maggior innovazione sarebbe più fruibile da un pubblico più vasto e consentirebbe alla band di fare il salto di qualità, seppur venendo meno ad una coerenza musicale che sembra alla base del progetto T.o.V, che oggettivamente la band merita.

Buon lavoro ragazzi, ottima qualità di registrazione, che dire d’altro di questo demo... da avere per gli amanti del genere. www.INDIEZONE.IT

Allora….facciamo un salto all’indietro,..negli anni ottanta tra new wave e..new romantic perché no…e qui potrebbe trovare perfetta collocazione una band come i Temple of Venus, volendo proprio tra i grandi nomi di quel periodo con questo Endless?, che all’orecchio dell’ascoltatore avvezzo al genere richiama i lavori dei “Cure”, o chicche come “Love” dei The Cult”. Un lavoro indiscutibilmente buono nel suo genere arrangiamenti curati, a volte anche sofisticati, senza per questo mancare di naturalezza,tocchi di psichedelia sapientemente dosati sound e atmosfere giuste, coinvolgenti, inquietanti a tratti perfettamente coerenti con la scelta stilistica. I brani di Endless? sono suonati a regola d’arte, dall’intero lavoro trapela l’esperienza della band, l’affiatamento, e la passione per un genere che ..rimane nel cuore. Unico spunto di riflessione…forse, un piccolo cedimento di questa estrema coerenza, per tentare l’apporto di qualche elemento innovativo, che son certa non costerebbe alla band alcuna fatica, e i Temple of Venus volerebbero ancora piu’ in alto di quanto non stiano gia’ facendo, permettendo loro di avere tutta la visibilita’ che una band con le loro potenzialita’ merita. (Valutazione: 8 chitarre)  www.SONICBANDS.IT

ENDLESS? è eccellente ancora di più dei precedenti lavori: certo lo schema è quello già collaudato in ZIG'D'BOMB & 18th MAY 1980, però dimostra che la band è in forma e ha buone capacità. Ho ascoltato parecchio ENDLESS? e i Temple of Venus ce l’hanno messa tutta. Qui c’è una una gran voglia di comporre e suonare. La produzione e i suoni sono buoni e molto cristallini. Aleggia ogni tanto lo spirito dei Cure ma anche di qualche band più sconosciuta come i Blue Orchids. I testi sono tutti composti da Piero Lonardo, vero leader della band a cui il progetto Temple of Venus sta particolarmente a cuore. E come autore è molto più avanti di tanti altri, perché se i Temple of Venus appartengono a un genere classico, dimostrano che lo fanno bene. All around ha un testo che parla di notti senza fine e folletti che appaiono nel buio, e il titolo del cd sembra far riferimento a questa canzone notturna ma con una luce sempre presente. Could I lie? parla dell’incomunicabilità e dell’isolamento in un proprio mondo. Le sessions sono durate un anno intero e i Temple of Venus ne escono vittoriosi. Non hanno lasciato nulla al caso e solo dopo una vera soddisfazione hanno pubblicato il cd.ENDLESS? offre un’atmosfera rilassata, scorrevole e misteriosa. Belle le tastiere sempre di Piero Lonardo che danno vita a un affresco fatto di organi e sintetizzatori che non cadono mai nella pura elettronica ma delicati come un’ala di pipistrello (a parte in Wastelands).Le chitarre di Alex Duluoz sono graffianti e cambiano spesso tonalità diventando ora intense ora puro rock’n’roll granitico,e la sezione ritmica gioca davvero d’intesa perfetta. That trap of yours è fatta di chitarre rimembranti che danno lo start ad un basso convulso, che sembra echeggiare nel vuoto. Wastelands, con sintetizzatori pulsanti fa scorrere la voce e le chitarre in un rock duro. Fruscii e impulsi provenienti dalle chitarre introducono Sister Maniac, una ballata tutta soffusa con accenni arabeggianti vicina ad alcuni pezzi degli Psychedelic Furs. Tempi chiusi per la batteria e il basso in Abstinence, con fraseggi di chitarra e voce adolescenziale. Before è suonata con molto trasporto e ha un incedere bellissimo che si tuffa in gorgoglii di sintetizzatori appena accennati. Un lavoro coinvolgente che meriterebbe più diffusione. www.DRIVEMAGAZINE.NET

Endless?, il terzo lavoro dei bolognesi Temple of Venus, band che calca la scena underground dal lontano 1984, farà la felicità dei fan della wave anni ’80. Più che di un demo si tratta di un vero e proprio album di 14 tracce con tanto di adesivo SIAE . Il disco si apre con “Abstinence”, già presente nella raccolta “Mostra i Muscoli della Musica” della Dischi Acqued8 anche se con un diverso arrangiamento (personalmente preferisco la versione più nuova); proseguendo con l’ascolto degli altri brani il disco permette un tuffo nel sound di ciò che furono i Joy Division ma soprattutto i primi Cure. La calda voce di Piero Lonardo lavora bene ed ha una timbrica adatta al genere proposto dalla band, inoltre al basso, pur non creando giri particolarmente elaborati, fa il suo dovere. Alex Duluoz alle chitarre fa un sapiente utilizzo di effetti e mostra di avere un bel tocco in assoli davvero ben confezionati. Alfredo Ottavi alla batteria mostra di essere cresciuto a pane e Cure, infatti molti dei tempi da lui scelti richiamano spesso alla mente i tre ragazzi immaginari. Oltre alla traccia di apertura spiccano in special modo l’eterea “Silent” (anche tu patito del flanger, vero Alex?); “That trap of yours”, brano dal tempo di batteria che ricorda molto “Plastic Passion” dei Cure; “Before”, che ha un riff di chitarra molto carino; “Settle me”, dall’intro di basso davvero interessante e “Sister maniac”. Davvero una bella prova per una band che meriterebbe molta più visibilità.  www.BOOZE.IT